L’igiene orale è alla base del mantenimento della salute orale. Un’adeguata igiene orale mantiene i denti e le gengive in perfetta armonia e li protegge da infiammazioni e dalla PARODONTITE. Ti rubo solo qualche minuto per fare chiarezza su alcune cose che dovresti sapere.
Comincio con una domanda che ci viene posta regolarmente dalla maggior parte dei pazienti: “ma dottore devo fare l’igiene ogni 6 mesi?” La risposta capisci da solo che non può essere unica per TUTTI.
Dipende chiaramente da molti aspetti i primi dei quali ti vado ad elencare.
NON DEVI FARE IGIENE OGNI 6 MESI SE:
- lavi con accuratezza i tuoi denti 2-3 volte al giorno con la corretta tecnica
- passi correttamente il filo interdentale
- hai una saliva con una composizione minerale ottimale
- madre natura ti ha donato denti poco cario-recettivi con una buona auto-detersione
- se NON hai protesi e se NON hai IMPIANTI
Nella nostra esperienza è molto più frequente il paziente che 15 giorni dopo l’igiene orale professionale ne abbia nuovamente bisogno piuttosto del paziente che potrebbe farla una tantum (ogni tanto capita). Nella bocca le due malattie più diffuse sono la carie e la malattia parodontale: un’adeguata igiene orale preserva da queste due condizioni.
Ricorda sempre PREVENIRE é MEGLIO CHE CURARE.
Sulla CARIE ha molta più importanza la placca batterica, ovvero i batteri che vivono nella tua bocca, che creano le loro concrezioni sui tuoi denti. Per questo spazzolare con il movimento corretto ed utilizzare il filo interdentale sono passaggi fondamentali.
Il TARTARO invece è la calcificazione della placca che deriva dalla precipitazione dei sali minerali contenuti nella saliva. In pratica dopo una settimana di errata, inadeguata o mancante igiene orale i batteri che si trovano nel solco gengivale e tra i denti producono i loro prodotti di scarto che cominciano già a trasformarsi in tartaro che è il principale responsabile della malattia parodontale, per cui la sua formazione può essere un passo importante per la progressione della malattia parodontale.
Quanto emerso sopra fa emergere alcune categorie più a rischio di malattia parodontale, quindi una fascia di persone che dovranno essere più attente a captare eventuali segni e sintomi nel loro cavo orale per evitare la sua comparsa, tra questi quelli più comuni sono:
- se hai una predisposizione genetica alla comparsa di questa malattia (familiari con storia di malattia parodontale)
- se fumi
- se hai il diabete
- se i tuoi denti sono accavallati o storti, così da rendere meno efficaci le tue manovre di igiene giornaliera
L’importanza della prevenzione però è spesso difficile da trasmettere ai pazienti e questo lo sappiamo tutti perché noi tutti siamo pazienti, noi tutti quando abbiamo qualche fastidio tendiamo a dire “vabbeh dai cosa vuoi che sia, passerà “e spesso ahimè ci rechiamo dal medico quando il danno è stato fatto e poteva risolversi in tempi più brevi.
Non credi che allora sia il caso di dedicare un paio d’ore all’anno per andare dal dentista per un controllo ed un’eventuale igiene orale?
Voglio spiegarti adesso come dovrebbe svolgersi una seduta di igiene professionale.
Nel nostro studio ci avalliamo di personale altamente qualificato e specializzato nella prevenzione della malattia parodontale e specialisti del settore. Sono laureati in odontoiatria o igienisti dentali e sono le uniche figure che possono eseguire questo trattamento.
Le sedute di igiene orale professionale da noi durano SEMPRE 1 ora. Si hai capito bene: non durano 15 minuti, neppure mezz’ora…e sai perché.
Perché la seduta d’igiene orale non è SOLO togliere la placca o il tartaro ma rivedere insieme con il paziente le corrette tecniche d’igiene domiciliare, l’utilizzo dello spazzolino, del filo interdentale, degli scovolini se portatori di protesi. In queste sedute dedichiamo tutto il tempo necessario affinché il paziente si senta preso in carico e venga motivato ulteriormente a mantenere la sua bocca in perfetto stato o se necessario a migliorare la sua igiene.
Domandiamo al paziente se nei sei mesi in cui non è venuto allo studio le cose sono rimaste uguali o se sono intervenute situazioni anche personali che possono avere modificato le sue abitudini, se ha avuto dei problemi di salute, se gli affetti sono stabili. È importante venire a conoscenza di problemi che possono avere determinato cambiamenti anche nella predisposizione alla malattia parodontale (ad esempio assunzione di particolari tipologie di farmaci). Tutto questo ci serve per confermare la diagnosi fatta sei mesi prima o se necessario modificare l’approccio clinico.
Passiamo alla detartrasi vera e propria.
Il primo passaggio è la verifica ad occhio nudo del cavo orale per vedere se esistono macroscopici segni di accumulo di placca o tartaro, se ci sono delle carie e se le gengive sono sane o al contrario se sono infiammate e/o sanguinano.
Dopo questo primo approccio si interviene con un rilevatore di placca, un vero e proprio colorante che viene depositato sulla superficie dei denti e sulle gengive: viene invitato il paziente a sciacquarsi la bocca e le zone che rimangono colorate sono quelle in cui la placca o il tartaro sono presenti.
In prima visita è spesso possibile osservare nelle radiografie degli accumuli di tartaro tra un dente e l’altro, sotto il livello delle gengive. In questi casi se l’igienista non insiste bene tra un dente e l’altro, al controllo successivo quel tartaro sarà ancora tutto lì, vanificando la detartrasi.
In questi casi bisogna entrare sotto le gengive con appositi strumenti manuali e scalzare il tartaro, grattandolo via dalla superficie del dente. Nei casi in cui l’igienista abbia dovuto insistere un po’ di più per poter pulire, è possibile avere le gengive infiammate dopo la rimozione del tartaro questo è perfettamente normale, non devi preoccuparti e non pensare di non spazzolare adeguatamente in quelle zone i giorni successivi all’igiene orale perché hai fastidio: al contrario mantieni le sane abitudini, in questo modo faciliterai il ritorno alla normalità.
Nelle fasi finali di una seduta di igiene, soprattutto nei casi in cui ci siano molte macchie, è possibile utilizzare un getto di bicarbonato o di glicina con un’apposita apparecchiatura dedicata per rendere impeccabile la pulizia. Spesso dopo questa manovra i denti appaiono anche un po’ più bianchi perché vengono eliminate tutte le macchie superficiali, anche le più piccole.
Una detartrasi corretta deve seguire tutti i passaggi che ti ho elencato, anche se a seconda del paziente, qualche fase può subire delle variazioni.
Paziente implantare
Nei pazienti con protesi fissa ancorata ad impianti i richiami di igiene orale professionale hanno una cadenza quadrimestrale, in alcuni casi trimestrale, perché l’impianto ha una minore capacità di difesa dalla carica batterica e necessita di maggiori controlli per evitare sorprese se lasciati all’osservazione casuale.
Se hai delle domande da porci in merito al tuo problema o se vuoi approfondire l’argomento del nostro protocollo mettiti in contatto con noi e saremo lieti di potere soddisfare tutte le tue richieste.
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